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ISSN 2281-1966

Convergenze e sinergie tra traduzione e studi comparati: una rassegna critica

By Eleonora Federici e Vita Fortunati

2013_09_Federici_Fortunati_InterventoPrima di entrare nel vivo del complesso dibattito sulla rivisitazione del concetto di “world literature” è opportuno, a nostro avviso, fare una premessa sulla situazione degli studi comparati e dei Translation Studies. Essi stanno attraversando una fase di ripensamento delle rispettive metodologie e dei loro confini disciplinari: è un momento di grande cambiamento alla luce di una prospettiva che si sforza di avere una visione “globale” dello stato dell’arte in questi due campi di ricerca. Questa consapevolezza nasce dalla convinzione che la canonica divisione tra gli studi letterari e culturali e quelli sulla traduzione non ha più ragione di esistere dal momento che la “traduzione” è diventata la categoria ermeneutica centrale per comprendere la complessità del mondo nella sua globalità. La traduzione viene intesa quindi nella sua accezione più ampia, non solo linguistica, ma anche culturale e intermediale. Non è un caso che da tempo alcuni scrittori post-coloniali, a partire dalla famosa frase di Salman Rushdie, “we are translated men”, abbiano usato questo termine come metafora appropriata per sottolineare la loro identità multilinguistica e multiculturale.

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